Il libro Magico - Capitolo 1 - Il Saloon

Scritto da Maluan Luigi

... bussare alla porta del saloon, quella sembrò a [Nik] la cosa più sensata da fare ... tra mille esitazioni e pensieri angoscianti si avvicinò passo dopo passo alla sinistra costruzione che ospitava il vecchio e decadente saloon. La lampadina, probabilmente a causa dell'altalenante tensione, continuava ad accendersi ad intermittenza come la lucina impazzita di un albero di Natale, mentre piccoli insetti si dissolvevano al calore della luce emettendo inquietanti rumori gracchianti. Le vetrate semirotte lasciavano intravedere, all'interno del saloon, tremolanti figure che nel loro lento movimento, proiettavano lugubri ombre sulle pareti. [Nik] si soffermò a pochi metri dal grosso portone per tentare di raccogliere l'ultimo barlume di coraggio, avrebbe voluto fuggire via da quel luna park che col passare delle ore aveva perso la sua connotazione di luogo di divertimento e cominciava ad assumere sempre più le fattezze di un incubo ... per un attimo il pensiero si diffuse nella mente di [Nik] infondendogli calore e speranza ... si, forse si trattava solo di un brutto sogno e presto si sarebbe svegliato nel lettino circondato dai suoi peluche, realizzò tra se sollevato, ma lo stridente cigolio del robusto portone, che una mano invisibile aveva spalancato completamente innanzi a lui come per obbligarlo ad entrare, lo riportò mestamente alla realtà.

La musica del pianoforte, non più prigioniera del luogo, aveva cominciato a diffondersi, per nulla rassicurante, per le strade deserte e oramai semibuie del Luna Park moltiplicandosi in mille echi che si disperdevano sino a scomparire tra le innumerevoli attrazioni. [Nik] avanzò verso l'ingresso, il desiderio di ritrovare i suoi genitori era superiore alla paura che quel luogo surreale gli trasmetteva. Varcata la soglia del saloon la musica cessò improvvisamente e [Nik] rimase avvolto da un silenzio angosciante in compagnia del rumore assordante del suo cuore che aveva preso a battere all'impazzata. L'ampio locale si mostrò deserto, come se gli avventori si fossero improvvisamente dileguati nel momento in cui [Nik] aveva "contaminato" il luogo con la sua vitale presenza. Sui tavoli rotondi, tra carte da poker sparpagliate ovunque e bicchierini di whisky mezzi pieni, erano visibili posacenere contenenti sigari fumanti, mentre, una bottiglia, caduta sul bancone, rotolava ancora in semicerchio versando ovunque un liquido denso e di colore grigiastro. [Nik] si guardò attorno alla ricerca di una presenza, qualunque cosa lo avrebbe rassicurato più di quel luogo buio e deserto.

All'improvviso, proprio nell'angolo più lontano, oltre il pianoforte, illuminato dalla tenue lucina di una lampada ad olio, [Nik] scorse un uomo, talmente immobile che il ragazzino pensò si trattasse di un pupazzo, una sorta di manichino vestito da cowboy forse messo lì come attrazione per i visitatori; la figura però si mosse facendo sussultare [Nik] che con un istintivo balzo all'indietro si rannicchiò dietro a una panca. Il ragazzino non poteva vedere il viso dell'uomo che, a causa di strani giochi di luci e ombre era avvolto completamente nel buio, ma poteva percepire il suo sguardo. Con la mano destra il personaggio sistemò la falda del tradizionale cappello da cowboy, mentre con la sinistra fece cenno a [Nik] di avvicinarsi.

Il piccolo esitante venne fuori da suo nascondiglio e avanzò verso la figura ancora avvolta nella penombra, adesso era abbastanza vicino da poter notare una stella da sceriffo color argento e più in basso un cinturone dal quale pendevano due grosse pistole nere, come quelle che si vedevano in TV nei film western. La stella rassicurò [Nik] che subito pensò che un tutore della legge, seppur d'altri tempi, avrebbe potuto sicuramente aiutarlo a trovare i suoi genitori. [Nik] giunse quindi a pochi passi dall'uomo e questi si voltò nuovamente poggiando i gomiti sul tavolo e dando le spalle al ragazzino ancora incredulo. "Sceriffo" – esclamò con un filo di voce – "può aiutarmi a ritrovare la mia mamma e il mio papà?" - "e perché dovrei" – rispose con voce matura il cowboy ... - preso alla sprovvista per quell'insolita risposta [Nik] ribatté: "ma lei è lo sceriffo, una specie di poliziotto, rappresenta la legge, il suo compito è quello di aiutare la gente" – "ma non quello di aiutare i ragazzini capricciosi, in fondo, non era quello che volevi?!" - rispose lo sceriffo con estrema calma – "non era quello che desideravi? Voi ragazzini insofferenti vi lamentate sempre perché le cose non vanno come vorreste e quando i vostri desideri si avverano non siete ancora contenenti??" - Le parole dell'uomo raggiunsero e travolsero [Nik] che pian piano aveva cominciato a realizzare il loro inquietante significato.

La scuola, la nascita della piccola sorellina che aveva assorbito per se tutto l'affetto dei suoi genitori avevano messo a dura prova il piccolo [Nik] a cui era stato improvvisamente chiesto di crescere in fretta. Più delle volte, in momenti di sconforto, di rabbia, aveva pregato, sperato che una buona fatina portasse via i suoi genitori che in quel momento particolare della sua vita rappresentava la causa del suo malessere. "Non può essere vero" – urlò [Nik] all'indirizzo dello Sceriffo – "ero solo arrabbiato!! Sono solo un bambino!!" – insistette disperato tentando di attirare l'attenzione della figura che lentamente stava scomparendo all'interno di una nebbiolina che da qualche attimo si era improvvisamente materializzata – "aiutami ti prego" – implorò [Nik] in lacrime – per una attimo lo sceriffo si voltò verso di lui fissandolo dall'oscurità – "cerca la fatina, la stessa che hai pregato di far scomparire i tuoi cari ... cercala e pregala di annullare l'incantesimo" - sussurrò l'uomo – "la fatina? Dove posso trovarla??" - chiese [Nik] disperato – "dove vivono le fatine! Nei castelli ovviamente!" - concluse lo sceriffo prima di sparire nella nebbia. Provato per quella rivelazione [Nik] iniziò a sentirsi mancare, tutto il luogo cominciò a ruotarli attorno sino a quanto non crollò per terra privo di sensi. Forse rimase senza coscienza per qualche minuto o forse per ore o giorni ma al suo risveglio [Nik] si ritrovò nella piazza centrale del Luna Park che adesso appariva deserto e silenzioso come non mai. Il suo primo pensiero fu al saloon e alle parole dello sceriffo: doveva trovare la fatina e liberare i suoi genitori ...


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