Il libro Magico - Capitolo 1 - Il Corvo e il Gatto
Scritto e illustrato da Simona Priori
Fece qualche passo nella direzione del cartello che indicava
"La casa degli spettri", ma fu subito bloccato da un corvo, che sbucò
fuori da un intricato groviglio di rami, volando nella sua direzione. L'uccello
gracchiò così forte da far sussultare [Nik], passandogli a pochi centimetri dal
volto. Il bambino fece un balzo all'indietro, mentre il cuore gli martellava
violentemente nel petto per la sorpresa e lo spavento.
Un attimo dopo, udì nuovamente il rumore dei campanelli,
questa volta però, lo sentiva molto più distintamente. Si avviò verso "I cancelli del parco", seguendo
quel tintinnio, quasi come se quel suono lo avesse ipnotizzato. Il vialetto che stava percorrendo, era illuminato solo dalla
luna e le stelle e [Nik] ormai, faticava a non inciampare sui sassi o le radici
che sporgevano dal terreno, in quanto non riusciva a vedere bene dove mettere i
piedi. Se le lucine delle scarpe che indossava, che una volta si
accendevano ad ogni suo passo, fossero state ancora funzionanti, sarebbe stato
più facile proseguire, ma purtroppo ormai erano andate. [Nik] sospirò scoraggiato, alzò un braccio verso il viso,
per sfregarsi gli occhi umidi di lacrime, sulla manica della maglia. Non voleva
scoppiare a piangere, altrimenti a cosa sarebbe servito, guardare tutti quegli
episodi di "Naruto" in tv? Se c'era una cosa che gli aveva insegnato
il suo eroe ad ogni puntata, era che doveva credere in se stesso e non
arrendersi. Doveva trovare assolutamente i suoi genitori.
Il bambino camminava a tentoni nella notte, nonostante ciò,
era come se una flebile luce guidasse i suoi passi.
Il suono dei sonagli era ormai cessato, un altro rumore
aveva preso il suo posto ora. Infatti [Nik], si accorse che qualcuno, o forse
sarebbe stato meglio dire qualcosa, lo stava seguendo. Ancora una volta, il verso acuto di un corvo lo fece
sobbalzare. Se ne rendeva conto solo ora, che non era più concentrato a
seguire il tintinnio dei campanelli, che quel rumore di ali che sbattevano,
passando da un albero all'altro, lo seguivano dall'inizio del suo cammino. Era lo stesso corvo che gli era sfrecciato a pochi
centimetri dal viso, ne era sicuro, non sapeva spiegare il perché, ma lo
sentiva. Ingoiò un groppo di saliva che gli si era fermato in gola,
alzò la testa al cielo per guardare tra le fronde degli alberi, sapeva bene che
non avrebbe potuto vederlo, ma il suo sguardo cercò ugualmente quell'essere. Per poco il cuore non gli balzò in gola, quando riuscì a
scorgere due puntini rossi tra le fronde dei rami, che sembravano
fissarlo...Quegli stessi occhi rossi che poco prima erano sfrecciati davanti al
suo volto e a cui, lì per lì, non aveva dato peso. Ora però, gli sembravano davvero minacciosi e inquietanti. Poi ancora i campanelli, il corvo spiccò il volo dal ramo
sul quale si trovava, per andare ad appollaiarsi sul cancello di ferro battuto
che [Nik], non si era nemmeno accorto di avere davanti. Era grazie agli occhi
di quell'uccello che aveva potuto vederlo, riuscivano ad illuminare di una
fioca luce rossastra, la zona dove l'animale sostava.
Ad un tratto [Nik] si sentì più sollevato, forse la presenza
di quell'essere non era negativa, infondo era grazie a lui se era riuscito ad
arrivare, anche se con fatica, fino ai cancelli del parco. Era possibile che
gli avesse illuminato la via fin lì, senza che nemmeno se ne rendesse conto? Il bambino si avvicinò al cancello, il suono dei campanelli
era vicinissimo, ridusse gli occhi a due fessure, per sforzarsi di vedere
meglio quello che c'era dall'altra parte delle sbarre. Un gatto? Era proprio la sagoma di un gatto, quella che
scorgeva poco distante da lui?
La figura non si muoveva, rimaneva immobile nel buio come se
lo stesse aspettando, [Nik] tentò di aprire il cancello, ma un grosso
catenaccio con un pesante lucchetto, lo teneva chiuso. Pensò di provare a
scavalcarlo, ma la decorazione a forma di grosse lance appuntite, che ne
adornavano tutta la sommità, gli fece cambiare idea rapidamente.
Come avrebbe potuto fare ora, per entrare nel parco?
Il corvo si alzò nuovamente in volo, per poi andarsi a
posizionare sul grosso catenaccio del cancello, beccò il lucchetto producendo
delle piccole scintille oro. La serratura si aprì all'istante, facendo cadere la grossa
catena al suolo. [Nik] rimase meravigliato, ringraziò il corvo, che spiccò
nuovamente il volo, per poi posarsi sulla sua spalla. Il bambino non era più
spaventato dal grosso volatile, anzi si sentiva più al sicuro, come se avesse
un compagno che lo guidasse alla ricerca dei suoi genitori. Fece qualche passo in avanti, superando il cancello, quella
sagoma che poco prima aveva intravisto divenne ben chiara, anche grazie agli
occhi del suo nuovo amico, che la illuminavano.
Un gatto nero seduto su una roccia, muoveva le sue due code,
sulle quali erano legati dei nastri con dei campanelli. [Nik] si stropicciò,
poi tornò a mettere a fuoco la vista sulle due code dell'animale. Com'era
possibile? Non aveva mai visto gatti così strani e per quello che ne sapeva, se
è per questo, nemmeno corvi che aprivano lucchetti col becco. <<Se fossi in te non mi metterei a fare amicizia con
certi individui!>>.
Il bambino spalancò la bocca, il gatto aveva parlato e stava
indicando col muso, proprio il corvo che se ne stava appollaiato sulla sua
spalla. Com'era possibile che parlasse? E poi, cosa intendeva dire con quella
frase?
L'uccello gracchiò rumorosamente come per rispondere a tono,
all'insinuazione del gatto.
<<Se vuoi trovare i tuoi genitori ti posso aiutare, a
patto che ti liberi di quel fastidioso pennuto.>>.
[Nik] non capiva più niente, stavano succedendo delle cose
veramente strane, si chiedeva come il gatto sapesse dei suoi genitori e perché
odiasse il corvo che lo aveva accompagnato fin lì. Non sapeva se fidarsi e di
chi fidarsi, ma doveva prendere una decisione alla svelta...
"Decise di fidarsi del Gatto"
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