Il libro Magico - Capitolo 1 - I Cancelli del Parco
Scritto da Polpetta
Il piccolo [Nik] si fece coraggio
e riflettendo sulla sua situazione pensò fosse più logico dirigersi verso i
cancelli dove ore prima era entrato con i suoi genitori. Guardò il cartello che
ne indicava la direzione e percorrendo una piccola stradina delimitata da basse
siepi fu presto all’ingresso del Luna Park.
Superato l’arco di siepi si trovò
davanti all’enorme cancello che si stagliava maestoso a poche decine di metri.
Il cancello era chiuso ed anche qui il silenzio dominava su ogni cosa. Gli
ultimi raggi del sole morente facevano a tratti brillare le sbarre dorate e fu
allora che intravide a ridosso del cancello oltre le inferriate due alte sagome
avvolte nella penombra.
Dovevano essere i suoi genitori
che lo stavano aspettando, pensò [Nik], e col cuore colmo di nuova speranza
cominciò a percorrere la distanza che li separava. Prima un passo alla volta,
poi sempre più veloce fino a correre a perdifiato. Ma a pochi passi dal cancello
si arrestò di colpo e la sorpresa fu eguagliata solo dalla disperazione che
giunse l’istante dopo.
Non c’era nessuno e le due ombre
non erano altro che le sagome di cartone raffiguranti le mascotte del parco:
“Brum” il drago viola e “Nuts” la scimmia inventore.
Adesso ricordava di averle già
viste quando era arrivato nel pomeriggio e di aver chiesto cosa vi fosse
scritto nei fumetti sopra le loro teste. Suo padre gli aveva detto che Brum
stava dicendo “Ciao, benvenuto nel mio regno. Io sono Brum, il drago
multicolore” mentre Nuts rispondeva “Ti aspetto nel mio laboratorio per
mostrarti le mie ultime invenzioni. Ricorda che la parola d’ordine per entrare
è INDOVINELLO”.
[Nik] guardò nuovamente le sagome
e con la poca luce che rimaneva cercò di leggere i fumetti ma c’era qualcosa di
strano. Le scritte erano cambiate. Ci volle un po’ per interpretare le lettere
ma alla fine riuscì a leggerle.
Adesso Nuts stava dicendo “Ho
perso le rotelle, mi aiuteresti a ritrovarle”, mentre Brum il cui colore era
mutato da viola in rosso, diceva “Non avere paura”.
Senza un’apparente motivazione
[Nik] si accorse di essersi tranquillizzato e adesso sentiva di poter
affrontare questa assurda situazione con animo più sereno.
Controllò il cancello provando a
spingerlo e tirarlo ma questo era saldamente chiuso, inoltre a causa
dell’eccessiva altezza e degli spuntoni che lo sovrastavano era impossibile
scavalcarlo. Decise allora di tornare sui suoi passi per cercare qualcosa o
qualcuno che avrebbe potuto aiutarlo.
Superato l’arco di siepi dal
quale cominciava il vialetto [Nik] si accorse che tra la ghiaia risplendeva
qualcosa di metallico. Si chinò per raccoglierlo scoprendo che si trattava di
una piccola ruota dentata. La ripulì e la mise in tasca poi con passo sicuro
tornò al grande piazzale dove tutto era cominciato.
Dopo alcuni istanti di oscurità
una nuova luce cominciava a rischiarare il paesaggio. Il cielo si era fatto blu
scuro ma una grande luna piena brillava silenziosa.
Si guardò intorno ma tutto era
come l’aveva lasciato. Percorse allora l’intero perimetro della piazza
tenendosi alla sinistra del carosello. Tutti gli edifici erano chiusi e le luci
spente eccetto una piccola lampadina sulla porta del Saloon. Si poteva leggere l’insegna: “SALOON” che
ondeggiando cigolava seppur non ci fosse un fiato di vento.
La robusta porta era chiusa ma da
dentro si udivano alcuni suoni smorzati.
[Nik] rifletté sul da farsi.
Poteva “bussare alla porta del Saloon” oppure aspettare che facesse giorno, “Tornare ai cartelli” o dirigersi verso la “Ruota panoramica”.
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