Era la brilla e i fanghilosi tavi Ghiravano e ghimblavano nel biava. Mensi e procervi erano i borogavi E il momico rattio superava. Alma dell’alma, fuggì il lanciavicchio E la zannante zanna, e l’arpionante Arpione, fuggì il giubbio picchio E il frumido Banderiscone. In mano prese la spada volpale: A lungo il mastinio nemico cercò. Ripiegò stanco sull’albero tuntunnio: Riguardò, contemplò, meditò. E mentre ristava in uffoso pensiero, Il lanciavicchio, con occhi di fuoco, Vifflando scese dal tulgido maniero Boforinchiando con il fiato roco. E uno e due: a fondo e a fondo La lama volpale snicchiò e snacchiò Ucciso il mostro, con il tronco capo Galoppando all’ostello tornò. Te benedetto, uccisti il lanciavicchio! Ah, che ti abbracci, brimante spadiero! Giorno di fraggia e di calleia è questo! Gaudiosamente gorgottò il messero. Era la brilla e i fanghilosi tavi Ghiravano e ghimblavano nel biava. Mensi e procervi erano i borogavi E il momico rattio superava. (